Il Florilegio: dalla Camelia al Colore della Conoscenza

Cultura, focus sul territorio di Brescia e incontro e scambio di conoscenze, soprattutto per gli studiosi più giovani. Sono questi gli obiettivi dell’Associazione Culturale Il Florilegio, nata a Brescia poco più di un anno fa grazie all’impegno di quattro giovani appassionati e decisi a portare fuori dalle aule universitarie la cultura di ogni tempo affinché chiunque possa goderne.

Quattro sono i campi dominanti: musica, letteratura e storia dell’arte, storia e antropologia, storia e scienze naturali. I trenta soci de Il Florilegio partono dal sentire un comune dovere: divulgare la cultura, divulgare il sapere che ha reso e rende grande l’Italia.

Logo dell’associazione è una Camelia, fiore simbolo del famoso romanzo di Dumas e incarnante la vastità del sapere che supera i confini continentali. Il colore scelto è il rosso violaceo che rimanda al passato tornato vivo grazie all’amore passionale per lo scibile che muove i fondatori dell’Associazione. È il rosso del sangue, della vita che scorre nelle vene, linfa e nutrimento per l’uomo, tanto quanto lo è la conoscenza profonda ancestralmente radicata nell’essere uomo.

Colore della vera conoscenza è il verde, unione di giallo e blu, ossia dell’espansione del dio nel razionale con il ricordo. Nella vera conoscenza l’umanità s’identifica in un solo essere; dalla lettura di un mito lontano legato alla nascita della camelia si percepisce quanto il Sapere radichi nel profondo della nostra anima priva di colori ma che tutti li comprende.
Il dio del vento, della pioggia e dell’uragano Susanowo, deciso a liberare gli uomini dall’assedio di un terribile drago-serpente a otto teste che pretendeva ogni anno il sacrificio di una fanciulla, forgiò una spada divina nella fucina degli dei e con questa abbatté il drago. Susanowo chiese quindi in sposa la principessa che sarebbe andata in sacrificio senza il suo intervento e, nell’inchinarsi al suo cospetto, posò la spada insanguinata al suolo. Magicamente i verdi steli dell’erba bagnati dal sangue del drago mutarono in un arbusto dal fogliame lucido e dai fiori bianchi chiazzati di porpora, incapaci di sfogliarsi e che cadono interi dalla pianta: era nata la camelia, definita anche “rosa del Giappone”.
Nella mitologia greca è dalle gocce del sangue di Venere in corsa verso Adone morente che la rosa da bianca diventa rossa, assumendo il significato di amore eterno, mentre la vittoria della razionalità sulla bestialità è trasposta nel racconto di Teseo e del Minotauro.
La purezza del bianco non si sporca bensì si carica anche qui del valore della passione come amore verso la vita e anelito all’infinito, caratterizzante ogni uomo in quanto tale, unito dalle medesime passioni e dal desiderio di eterno al di là di ogni barriera.

Elisabetta Ballarin

 

ASSOCIAZIONE CULTURALE IL FLORILEGIO
Fondata da quattro giovani ricercatori: Letizia Barozzi, Fabrizio Pagnoni, Filippo Piazza ed Enrico Valseriati.

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