Cyrcus Lab con Denis Santachiara

All’interno del fronte ideale del rinnovamento dello spazio, che qui intendiamo rappresentare, introduciamo il luogo virtuale del paesaggio telematico, relativo al mondo post-industriale di Cyrcus Lab.

Questo sito è come un’ isola virtuale  totalmente celebrale, che assume la caratteristica di un mercato mobile, in cui, per via telematica, si evolve un dinamico artigianato delle idee. L’astrazione di questo luogo riabilita infatti, nel percorso emergente dell’autoproduzione, l’originalità e la caratteristica dei linguaggi del puro pensiero creativo, lanciando nell’etere quei programmi e quei procedimenti costruttivi che, a distanza, possono essere agevolmente  catturati e realizzati nelle gamme dei materiali predeterminati.

Emerge ovviamente, a tal proposito, come in tale ambito progettuale e realizzativo, l’impulso dell’immediatezza inventiva, nonché la spontaneità della poetica formale,  possano cedere il passo alla freddezza di una programmazione di esito meramente riproduttivo, senza nulla assegnare all’intuizione e alla spontaneità di un variabile percorso inedito.

L’avventura delle stampanti tridimensionali e delle macchine a controllo numerico può agevolare il ritorno dell’artisticità ad oggi perduta, che riferiamo ancora ai valori della contestualità e dell’immediatezza, per il tramite dei praticabili interventi aggiuntivi manuali diretti dall’uomo, tendenti anche a recuperare la dimenticata esclusività, l’originalità e l’unicità, dell’opera d’arte nei tempi della più avanzata automazione del moderno pensiero creativo

 

Cyrcus Lab
le prime adesioni

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The first adhesions

INTERVISTA DI FRANCOIS ZILLE A DENIS SANTACHIARA

F.Z.

L’approccio progettuale olistico-ecologico-sistemico leonardiano teorizzato da Gregory Bateson e da Frifjof Capra…  La Nuova Utopia testimoniata e propiziatoriamente invocata da Alessandro Mendini…  La progettazione scugnizza & compassionevole empaticamente etico-estetico-poetica di Riccardo Dalisi…  La modestia del Realismo Negativo con i fatti che vincono sulle interpretazioni di cui ci narra Umberto Eco…  L’aureo continuum filologico, psicofilosofico & socioantropologico…

… Nella Sua visione, Dr. Santachiara, in quale modo pensa che CYRCUS e il fenomeno FAB LAB possano contribuire a preservare e diffondere tali radici essenziali e fondamentali presso le Nuove Generazioni affinché la cultura del Progetto passi a passo svelto e sostenuto dalla mistificazione dell’evoluzione alla verità dell’elevazione?!

D.S.

Il fenomeno dei makers in generale  e dei FabLab in particolare non producono design nel senso stretto, la loro attenzione è rivolta soprattutto al processo  prima che al risultato, spesso il risultato è solo l’esempio di un nuovo processo, tuttavia il dibattito che ha generato su nuovi modi di creare, produrre  e distribuire le merci, che non mancano di utopia, ha prodotto una serie di concetti e pratiche progettuali del tutto nuove rispetto al mondo stretto del design tradizionale, come il download design, design a km0, l’open source e l’open design. Quest’ultimo appunto mi porta a citare il titolo di un fortunato  libello di Umberto Eco come “Opera Aperta” in cui si teorizzava la possibilità di alcune avanguardie del 900  d’interagire con il pubblico, vorrei estendere questo concetto alle arti nel suo complesso, la musica, il teatro, il cinema son “opere aperte” in quanto oltre   all’autore hanno bisogno  dell’interprete e possono essere reinterpretate nel tempo all’infinito fino a cambiarne perfino le connotazioni originarie. 

Mentre le arti cosiddette plastiche, pittura,scultura, architettura possono essere considerate opere chiuse, non interpretabili e non modificabili, l’autore coincide con l’interprete, anzi quando la comunità riconosce queste opere come arte, ne protegge l’integrità  per legge. 

Il design industriale, considerato  come ultima nata tra le arti plastiche, mi sembra l’espressione plastica chiusa per eccellenza, non permette modifiche e  a differenza delle altre arti plastiche classiche , contiene l’aggravante della persistenza seriale che per motivi di processo produttivo ti obbliga a una definizione dell’oggetto assoluta e per sempre. Al contrario un design digitale è per sua natura aperto chiunque può scaricare la matematica del tuo progetto e interpretarlo, adattarlo, sconvolgerla, alcuni designer, me compreso, caricano progetti in apposite piattaforme per essere scaricati e poi personalizzati  e stampati in 3d.  Nokia ha un sito dove appunto ti permette questo con alcuni suoi modelli di cellulare. Si produce e si disegna sempre per la massa ma in modo aperto e personalizzabile, si realizza l’utopia della “mass  customization” 

La domanda come si possa rendere dialettico il mondo delle progettualità digitale con il design, trova la sua risposta attraverso Cyrcus ancora una volta cerco di usare una tecnologia complessa e travolgente come il fare digitale per proporre qualcosa di non tecnico, di portare il design digitale dentro alla strategia del prestigiatore dove si appropria della massima tecnologia per tradirla nell’effetto finale che in questo caso sono la personalizzazione, open design, produzione a km0, personal factory, ma soprattutto aprire a nuove opportunità  di linguaggio progettuale mai viste prima. Come il “sottosquadro libero” il coassemblato, e soprattutto forme impossibili con i metodi tradizionali. Il designer segna il suo destino progettuale in un territorio vergine quindi adatto a nuove colture. 

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3D Printing examples

F.Z.

Le Nuove Generazioni hanno diritto ad una sana & propedeutica SWOT Analysis di una iniziativa dell’importanza strategica epocale di CYRCUS e dei FAB LAB…  Dr Santachiara, può gentilmente farci una rapida sintesi dei punti di forza e di debolezza intrisechi e delle opportunità e delle minacce esistenti nel contesto esterno?

D.S.

Con queste tecnologie  sembra che i giovani possono “conquistare” i “mezzi di produzione”, Marx ritorna,  senza però  rivoluzioni cruenti, ma attraverso tecnologie che per loro natura sono condivisibili e social, generando nei giovani futuri designer una domanda costante, In futuro saremo tutti designer? Il fatto che puoi farlo con più facilità non significa che ai talento per farlo, Garage Band da sempre è un software semiprofessionale per creare musica regalato da Apple al momento dell’acquisto di un loro compiuter,  ma questo non ci ha fatto diventare tutti musicisti, ha  semplicemente alzato la democraticità creativa e le opportunità dei potenziali  talenti musicali.

Un punto di forza emblematico è che i giovani designer hanno una nuova opportunità non data da una nuova filosofia o da stilemi oppure dai nuovi materiali, ma da un sistema creativo aperto  che abbraccia tutta la filiera del progetto, dall’idea al prodotto, sotto il diretto controllo del designer stesso. 

La debolezza forse è che queste tecnologie portano anche  a una specie di bricolage tecnologico diffuso, che ci può stare, ma senza  confonderlo con il progetto di design. Cyrcus vuole seguire la strada di una ” neocultura del progetto” 

F.Z.

Dr Santachiara, Lei crede davvero che la TRI Terza Rivoluzione Industriale, teorizzata con i modi della politica dall’eurocentrico guru americano Jeremy Rifkin, più acuto & scaltro businessman che geniale ricercatore, possa contribuire a generare in tempi non biblici una coscienza biosferica e un habitat ideale per l’eccellenza progettuale?

D.S.

Ormai le immagini, la musica, i video e i testi, vengono creati e prodotti in digitale e poi scaricati/consumati ancora in digitale attraverso dei devices. Cyrcus intende fare la stessa cosa con il design, ma per fare “download design” manca un passaggio fondamentale, la trasformazione dei bit in atomi cioè la trasformazione in oggetti veri fisici da toccare e usare. Questo anello mancante è coperto dagli artigiani 2.0 dai service come Shapewais e  Fab Lab quest’ultimi si pongono anche come mediatore della cultura digitale in generale.

Per Cyrcus questi passaggi sono il cuore della TRI  l’intensità e la grandezza di questo cuore dipende dallo sviluppo e dall’innovazione in atto in questo  settore, che attualmente è vivace e impetuoso, tuttavia a breve, non credo che la TRI possa cambiare le regole del capitalismo, Ma può contribuire a identificare le sue contraddizioni è un contributo ideale ma non ancora ideologico/politico, per fare un esempio , mai come oggi si capisce quanto sia diventato obsoleto e opportunista il concetto di patria, grazie  anche all’avvento di internet che genera comunità social  globali molto coese, che si riconoscono in contenuti specifici a prescindere dalle loro etnie geografiche e patriottiche.

In questo senso credo che la TRI possa generare nei prossimi anni una coscienza diversa dalla società massificata, consumistica e  griffata,  soprattutto per la sua caratteristica di condivisione del sapere e del fare proponendo un modo nuovo e inaspettato del creare produrre e scambiare, che per me significa, ripeto, riscoprire/scoprire una “neocultura del progetto” 

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Network of Cyrcus

F.Z.

Perché, Dr Santachiara, nella presentazione di CYRCUS  viene dedicato uno spazio inferiore a quanto ci si aspetti sul come sono stati affrontati, ingegnerizzati e risolti gli aspetti legati al cruciale tema della produzione?!

D.S.

Se ho capito bene la domanda, ritengo che gli spazi dati alla produzione  non sono inferiori, ma semplicemente smaterializzati  dovuto al fatto che il progettista è in grado di produrre una idea compiuta con un disegno digitale e una macchina di un artigiano 2.0 o in un salotto privato di interpretarlo e produrlo, tutto questo on line, caricare sul sito solo dei  rendering, quindi un  prodotto virtuale, per poi  produrre solo a vendita avvenuta, questa mancanza di marketing, produzione seriale, magazzino, intermediari ecc. fa pensare che ci sia poca attenzione alla produzione perché sostanzialmente il sistema digitale ne cambia Il significato che conosciamo. 

F.Z.

E’ stato previsto uno spazio interattivo dedicato agli Studenti & neo-laureati?!

D.S.

Cyrcus ha tre contenitori che non sono gerarchici ma semplicemente di chiarezza per il cliente e appaiono graficamente sulla copertina della piattaforma con la stessa importanza,  il primo contiene i senior design, il secondo il design delle nuove generazioni,  questi due percorsi sono  riconosciuti dalla comunità attuale come designer professionali. Il terzo percorso si chiama Talent design, non solo studenti o neolaureati, ancora senza una attività professionale certa di design, ma tutti  quelli che in un modo o in un altro vogliono caricare un loro progetto,  per esempio, rifare un pezzo di ricambio di un oggetto vintage, hobbisti, inventori della domenica,  makers, disegni dei bambini che diventano ogetti 3d ecc. Un vivaio di idee dal quale entrare poi negli altri due  percorsi. dialogando tra loro  in una sorta di  coomarketing di tutta la comunità Cyrcus, designers, clienti, studiosi, pubblico ecc. creando così  le condizioni per un  continuo ricambio e aggiornamento anche generazionale.

F.Z.

Grazie a CYRCUS e alla proliferante fioritura dei FAB LAB, riusciranno i Designer dell’Era Digitale a fornire il loro degno contributo per mondare il  mondo contemporaneo dalle furiose disarmonie etico-estetico-poetiche che lo caratterizzano, e per generare un’Antropologia visiva del XXI secolo inequivocabilmente autentica-unica-eccellente e fortemente appealing & exciting?!

D.S.

Cyrcus e i FabLab  Non sono una garanzia, ma certamente il sistema attuale di fare e produrre design non è più in grado di assolvere alla tua domanda, non per una mancanza di talenti, ma al contrario, per un eccesso di talenti! tutti però incanalati in un processo/sistema del design “analogico” saturo che ormai per sopravvivere si concede a tutto e tutto è design, quindi niente è design, senza più “appealing” appunto e che non sembra avere più gli spazi e i linguaggi connotanti e innovativi, Inevitabilmente si soffre della sindrome del suk del già visto, è autoreferente e spesso anche borioso.  

Queste tecnologie digitali operano attraverso piattaforme aperte come Cyrcus che propone  il designer come autore in primis libero dai vincoli della serialità, del marketing aziendale e dei Brand, perché  può contare su nuovi processi creativi e produttivi quasi intimi, mai visti prima e rispondere al suo pubblico direttamente, non meno degli scrittori o dei musicisti, in questo vedo  una possibilità di nuovi  “appealing”   

F.Z.

Dr Santachiara, La ringrazio per la pazienza e la disponibilità e mi congedo da Lei con questa domanda numero 7, il numero più bello del mondo prima del big bang poiché è la chiave della configurazione della vita su questo nostro meraviglioso Pianeta Terra… Nella Sua visione e nei Suoi circuiti biofotonici e sinaptici, CYRCUS fa rima con FORMULA 1 oppure con FELLINI?!  E’ vietato rispondere né con l’uno né con l’altro, of course!

D.S.

Allora fa rima con techné che nell’antica grecia era sinonimo di poiesis, Cyrcus, ma sopratutto la TRI  ci porterà in un mondo Techne? (domanda da porre alla comunità di Stile Metadesign.)

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Logo “Autoproduzione” di Maura Albertazzi, sfondo di Vittoria Zambaiti.