(Ita) I Luoghi Segreti delle Forme, nei Pensieri e nei Segreti di Numa e di Metallia

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Nei mondi eccezionali dei cantieri, degli archetipi, degli stili e dei luoghi dell’Arte, permangono le intuizioni radicali dell’anima, che invocano la costruzione delle forme e delle ragioni prime ed ultime dello spazio in divenire, in una magica dimensione senza storia e senza tempo.

In questa sfera unica e solitaria, in cui trovano luogo e percorso i passi liberi e remoti del pensiero inedito, giacciono gli intimi tracciati individuali e le suggestioni cosmiche e visionarie che le civiltà elaborano nel comune miraggio della crescita dei propri giorni futuri, così come rivolti all’emozione, all’armonia e alla gratuita bellezza.

Si colloca dunque, nell’ordine di queste percezioni insopprimibili, la linea originale della produzione limitata, di avanguardia e di frontiera, ascrivibile ai suggestivi progetti del programma NUMA – acronimo di Nuovi Materiali Antichi – e della serie Metallia, elaborati, coordinati e diretti da Roberto Zani, presidente della Serafino Zani di Lumezzane (BS).

Non è casuale, qui, la scelta di un modello umanistico integrale, nel cui progetto rendere attivi e compresenti i più autorevoli personaggi sensibili della poesia e del pensiero filosofico postindustriale, attraverso i quali è anche possibile rigenerare l’intimità spirituale ed emotiva dei percorsi segreti che divengono pulsazioni cosmiche se universalmente vissute e riconosciute come modelli affascinanti ed inimitabili del nostro sentire.

Ospiti della Vita - Custodia con Libro Aperto

Giuseppe Rivadossi – “Ospiti della Vita”, custodia con libro aperto

Si coglie allora, all’interno di questa magica coincidenza, il contributo originale e poetico di Mario Luzi che si annoda con il pensiero intimistico di Remo Bodei: nascono in questi panorami i giardini privati del cuore, le custodie che conservano i pensieri segreti e i tabernacoli delle malinconie, i cui nuovi calici lacrimali raccolgono la silenziosa eloquenza del pianto e della commozione.

I materiali semplici e nobili della tradizione, quali il peltro, il legno, la pietra, il marmo e il vetro, evocano il fatato pentagramma che i simbolisti e i numerologi di ogni tempo hanno accostato alla dignità dei quattro elementi associati alla quintessenza, così come già intuita e risolta dai pensatori fisiologi che hanno iniziato la storia della cultura d’Occidente.

Il futuro dell’Antico e la prospettiva profonda dell’avvenire, che fiorisce dalle radici di una grande memoria, è in tal caso tangibile nel repertorio delle strutture di Numa, per il tramite del contributo di Ettore Sottsass, che elabora la delicatezza delle sagome fragili nelle custodie solitarie della malinconia, di Mario Botta, che rende nitido il primitivismo radicale delle forme pure, e di Giuseppe Rivadossi, in cui le pulsioni ruggenti delle tensioni materiche e naturalistiche si addentrano nella profondità di una fantasmagorica contesa, rude e spettacolare, con le ragioni e le suggestioni dell’artificio storico e contemporaneo.

Le rivincite concrete ed agibili delle soluzioni che spesso con leggerezza e con abbondante superficialità vengono marchiate come esperienze “di nicchia”, vengono qui preservate e confermate dal dominio dell’empatia, che riemerge nella coscienza e nella conoscenza dell’uomo contemporaneo nei suoi propri rapporti con il mondo delle forme e degli oggetti che ne qualificano e ne vivificano lo spazio.
In questo senso, la sperimentazione isolata di frontiera, può ritrovare, si crede, il margine certo di una fortuna critica e produttiva di livello nazionale ed internazionale proprio attraverso le esperienze-pilota dell’innovazione e dell’iniziale limitazione di “tirature” che la storia predispone immancabilmente alla moltiplicazione e alla replica dei grandi numeri, in un vasto mercato del benessere, del gusto, della bellezza e della migliore conoscenza estetica e formale del mondo che ci attende.

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