Roberta Scalvini: Illustrazioni della Psiche

Il non colore nero è vittima del diffuso preconcetto che lo associa a una parte negativa della realtà. I colori scuri, implosivi, sono lo specchio dell’animo profondo, di ciò che è tanto denso da intrappolare la luce, non perché respinta o imprigionata ma perché interiorizzata.

Maestra nell’animare i più difficili e abissali fra i colori è Roberta Scalvini, illustratrice e artista polimorfa, laureanda alla specialistica di Grafi ca e Comunicazione. Impossibile esprimere il suo lavoro con parole più limpide di quelle da lei stessa usate: “Il colore è qualcosa di estremamente vitale. Nei miei lavori è un modo per alleggerire, sdrammatizzare, ridicolizzare contesti gotici e vivacizzare figure grottesche. Chi mi definisce “dark”, si è limitato a dare una rapida occhiata senza comprendere quanta importanza abbiano il colore e la vita nel mio mondo”, “l’oscurità è solo un pretesto per far risaltare la luce”.

I protagonisti delle immagini di Roberta sono spesso mostri, o meglio, quella parte di noi che anche solo per un breve periodo della vita si è sentita emarginata, inadeguata, per nulla serena. “I miei mostri non nascono per fare paura, potrebbero al massimo dare l’impressione di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, qualcosa in cui possiamo riconoscerci insomma”.

La passione per disegno e colore è nata e cresciuta con Roberta. Il percorso di studi rispecchia tale viscerale amore: dal liceo artistico Foppa alla triennale di Decorazione all’Accademia Laba, per poi superare i confini della carta attraverso l’Accademia delle Arti Digitali NEMO di Firenze, prima della specialistica alla Santa Giulia. Il tutto affiancato da continue sperimentazioni polimateriche: “A vent’anni decisi che dovevo imparare a modellare e mi avvicinai alle resine polimeriche e alla plastilina, materiali che utilizzo tutt’oggi insieme a ceramica, stoff a, pelliccia sintetica e tutto ciò che può essermi utile per costruire pupazzi o completare le illustrazioni”. Illustrazioni che trasmettono una schietta vitalità. L’autrice, infatti, protesa totalmente nel presente, coglie con delicatezza e intensità le vibrazioni più lievi nell’energia di chi la circonda, osservandone l’anima con lo sguardo libero dal peso del futuro ma illuminato dalle esperienze del passato.

Roberta Scalvini trasmuta le proprie lucide percezioni in illustrazioni, ritraendo in tal modo la realtà interiore con maestria ma altresì ironia. E l’incubo diventa il sogno in ombra cui non si può rinunciare.

Difficile definire con precisione quando ho iniziato, ho sempre avuto una forte spinta a cercare di imparare a fare tutte quelle cose che ai miei occhi erano meritevoli di ammirazione, a cominciare dal disegno. Uno dei ricordi più nitidi della mia infanzia è mia madre che mi disegna con pochi tratti un gattino e io che con fatica lo replico fi no ad ottenerne uno ugualmente bello. Inutile dire che non ci sono mai riuscita. Da allora però, ho cominciato a disegnare. Poi a vent’anni decisi che dovevo imparare a modellare e mi avvicinai alle resine polimeriche e alla plastilina, materiali che utilizzo tutt’oggi insieme a ceramica, stoff a, pelliccia sintetica e tutto ciò che può essermi utile per costruire pupazzi o completare un’illustrazione.